È ormai una realtà affermata da diversi anni anche in Italia, ma molti degli operatori del settore food sembrano averne scoperto le reali potenzialità soltanto ora. Parliamo del servizio di consegna a domicilio del cibo, che tra grandi gruppi e realtà invece più modeste riesce oggi a coprire una parte importante della nostra Penisola.

Cosa cambia per noi italiani? Come abbiamo deciso di spendere le nostre serate, ora che i fornelli sembrerebbero ormai un lontano ricordo? In realtà è cambiato davvero poco e che arrivi in motorino, in bici o che sia cucinato a casa, il cibo continua a rivestire un ruolo importantissimo nella cultura del nostro Paese.

O tempora, o mores – o di chi non ha capito nulla

Come ogni novità che arriva, o meglio, come ogni novità che riesce a prendere piede in un Paese spesso cronicamente passatista, anche quella delle consegne del cibo direttamente a casa non ha sollevato poche polemiche. C’è chi ci vede la morte definitiva del mangiare slow e all’italiana, chi ci vede un sistema di sfruttamento per i fattorini e chi già si prefigura intere generazioni di italiani incapaci di cucinare anche un banale uovo fritto.

In realtà, e dati alla mano, l’Italia del cibo tradizionale può dormire sonni più che tranquilli.

Il mercato del fast food in Italia è infinitesimo e anche quando si ordina questo tipo di cibo, lo si trova coniugato secondo il particolarissimo gusto degli italiani, come d’altronde è avvenuto con panini firmati da grandi chef internazionali nel caso di McDonald’s.

I grandi gruppi del fast food stanno sicuramente crescendo anche in Italia, ma con ritmi lontanissimi da quelli esteri e soprattutto coniugando la loro offerta secondo i canoni del gusto italico.

Si cucina per piacere e non più per dovere

La seconda delle novità importanti è quella del cambiamento di paradigma di approccio ai fornelli. Se prima cucinare era una condanna (il più delle volte inflitta poi esclusivamente alle donne di casa), oggi è invece un piacere, un momento per prendersi cura degli altri, per rilassarsi e per sperimentare.

Il risultato di questo cambiamento di paradigma, almeno a nostro modo di vedere le cose, non potrà che essere positivo sul modo di vivere il cibo degli italiani. Si continueranno a portare avanti le tradizioni che piacciono e forse troveremo anche modo e tempo di liberarci di qualche pessima abitudine, che non ci permette di goderci completamente quello che il mondo del cibo può offrire.

Non saranno i fattorini ad uccidere la cucina italiana

In realtà le alternative sono due:

  1. I fattorini saranno di complemento ad un modo di vivere il cibo comunque molto italiano
  2. Il cibo portato a casa soppianterà completamente quello tradizionale

Nel primo caso c’è davvero poco di cui preoccuparsi, anche per chi vive con particolare ansia qualunque tipo di novità.

Nel secondo caso, più improbabile, ci sarebbe comunque molto poco di cui lamentarsi – se una cucina che abbiamo ritenuto la migliore del mondo per anni non è in grado di resistere all’assalto dei panini in motorino, forse non era poi questo granché.

Di Grey